La roggia Cividina ed i roielli

Nel corso dei secoli l’uomo ha collocato i luoghi della sua vita e delle attività connesse dove esisteva l’acqua. Da essa ha imparato a trarre sempre maggiore utilità, difendendosi dai suoi pericoli, ed adoperandosi per trasformarla costantemente in elemento di vita e progresso. La conformazione fisica ed idrografica di un luogo ha determinato la storia di una comunità ed il continuo rapporto con l’acqua ha determinato anche la sua crescita. Per Remanzacco è possibile ricostruire una storia simile: quando i suoi primitivi antenati hanno scelto questo luogo hanno cercato luoghi riparati e protetti ma dotati essenzialmente d’acqua. Ed è proprio questo rapporto vitale con le acque del torrente Torre, del Malina e del Grivò, con le acque morte 1raccolte nelle piazze, con i pozzi e le fontane, con la roggia Cividina e l’acquedotto Poiana, che ha scandito il tempo della civiltà dell’acqua. All’interno della perimetrazione del parco scorre il corso della roggia Cividina che attraversa da nord a sud il territorio del Comune di Remanzacco: vi entra, proveniente dal Comune di Povoletto, in prossimità dei Casali Battiferro di Sopra e ne esce dopo aver superato i Casali Propetto ed in sifone attraversato il torrente Malina verso Buttrio. Tale corso d’acqua ha rivestito, nel corso dei secoli, una notevole importanza per tutto il territorio posto sulla sinistra orografica del torrente Torre e quindi anche per la popolazione di Remanzacco. Vale la pena quindi di ripercorrere la storia e le origini di questo corso d’acqua e di descriverne gli aspetti geografici, socio-economici, ambientali e paesaggistici. La roggia Cividina è un canale artificiale che ha origine dallo sbarramento sul torrente Torre in località Zompitta, nel Comune di Reana del Rojale. L’origine storica della roggia Cividina è antica, al pari delle rogge che attraversano Udine e che sono derivate anch’esse dal torrente Torre. Queste ultime sono già citate in un documento del 1171 con cui il patriarca Wolrico II ne concede l’uso per le “ville” di Pradamano e Cussignacco. La roggia Cividina è ricordata in un’ordinanza del 1296, con la quale si stabiliva che “la roggia doveva passare liberamente in perpetuo in uso e utilità delle ville di Grions, Remanzacco, Orzano e Cerneglons e dei molini posti su questa, a condizione che qualora venisse danneggiata, gli uomini delle ville e i proprietari dei mulini la potessero anche cambiare di letto e porla su territorio dei Signori di Savorgnano, pagando a questi, una volta tanto, 14 marche ed obbligandosi a riparare, quando fosse bisogno, sia la presa, che le sponde, che il letto” (F. Di Manzano, Annali del Friuli). Le rogge rispondevano ad una necessità fondamentale: quella di garantire l’approvvigionamento idrico ed energetico. Fornivano acqua potabile e per gli usi domestici, azionavano le macine dei mulini ed i mantici dei battiferro, rifornivano di acqua le industrie manifatturiere, irrigavano le campagne. La roggia Cividina ha avuto diverse denominazioni: roggia di Savorgnano, roggia di Povoletto, canale di Remanzacco, roggia delle Marsure, roggia di Siacco, e infine Cividina dall’omonimo Consorzio da cui veniva amministrata, perché scorreva nel territorio mandamentale di Cividale.

Per tutto il Medio Evo l’acqua delle rogge rappresentò una risorsa strategica di estrema importanza, tanto che i Savorgnan, che rivendicavano il controllo su tali corsi, potevano ben definirsi i “Signori delle acque”.
Sebbene il corso della roggia Cividina si svolga interamente in sponda sinistra del torrente Torre, attualmente le opere di presa sono poste sulla riva opposta, in località Zompitta, in un unico manufatto, opera dell’ing. Cudugnello (1929), che garantisce anche l’approvvigionamento delle rogge di Udine (che scorrono in sponda destra del torrente Torre). Le acque della roggia Cividina attraversano, per mezzo di una tubatura sotterranea, la diga di sbarramento di Zompitta ed escono sulla sponda sinistra in località Savorgnano del Torre, in Comune di Povoletto.
La roggia Cividina, nel suo percorso attraverso l’alta pianura del Friuli orientale, attraversa e lambisce numerose località, casali, ville, attività artigianali e paesaggi di notevole interesse e pregevole bellezza. Dopo aver superato l’abitato di Savorgnano del Torre la roggia si dirige verso sud, attraverso i Casali Bognini, Casali Jacob fino a raggiungere Marsure di sopra. In tale località le acque lambiscono il complesso seicentesco di Villa Lampertico. Prima di raggiungere Marsure di sotto, la roggia costeggia Casali Mirolo e lambisce la splendida Villa Mangilli (XVII sec.).
Il canale prosegue bagnando Casali Cos, Molino Borgnolo, Marsure Beltramini, Molino Drigani e Molino Torriani, ad est della frazione di Grions, attraversando tipici tratti di paesaggio agrario. In tali località sono ancora visibili le ruote idrauliche che azionavano le macine di vari mulini. Abbandonato il territorio comunale di Povoletto, la roggia Cividina entra in quello di Remanzacco, dove oltrepassa i Casali Battiferro di sopra, il Molino di sopra e giunge nel capoluogo. Il Molino di sopra, attivo fino alla seconda guerra mondiale, funzionava con quattro ruote che pescavano nella roggia ed azionavano una macina per il granturco, una macina per il frumento, i pestelli per brillare l’orzo e una trebbiatrice. In prossimità della S.S. 54 la roggia Cividina incontra il Molino di Remanzacco, dove le antiche pale in legno furono sostituite nel 1937 da una più moderna turbina, tuttora funzionante.

La roggia prosegue il suo suggestivo corso lambendo le località di Molino Cainero, ed i Casali Battiferro, dove sono ben visibili le testimonianze delle antiche attività artigianali. Raggiunti i Casali Propetto la roggia si divide in due rami: il minore prosegue il suo corso nella campagna tra Cerneglons ed il torrente Malina per confluire in quest’ultimo; questo ramo è la testimonianza dell’antico ed originale corso della roggia che qui terminava appunto il suo tragitto. Il ramo principale, che rappresenta l’attuale prolungamento della roggia, sottopassa il torrente Malina con un sifone e lambisce Casali Zucco in Comune di Premariacco. In Comune di Buttrio le acque del canale sono raccolte da una condotta interrata e tornano alla luce solo per brevi tratti. La roggia Cividina scorre quindi, parzialmente interrata,anche nel Comune di Manzano, dove conclude il suo corso confluendo nel rio Manganizza e quindi nel Natisone. Se è vero che al giorno d’oggi è venuta meno l’importanza economica che la roggia Cividina ha rappresentato nel passato, sono altrettanto evidenti i valori paesaggistici, naturalistici, storici e culturali che tale corso d’acqua attualmente offre: il concreto esempio della mirabile costruzione di un canale artificiale, la cui precisa origine storica è ancora ignota; il patrimonio naturalistico rappresentato dalla flora e dalla fauna legati al corso d’acqua; i mulini e le costruzioni sorte lungo la roggia, ricordo di un modo di vivere che ha rivestito un’enorme importanza nella storia e società friulana e che ora sta scomparendo; le ville e gli edifici monumentali sorti in corrispondenza del suo corso, preziose testimonianze storiche ed architettoniche. La naturale carenza d’acqua superficiale determinata da un terreno essenzialmente ghiaioso, con falde acquifere difficilmente raggiungibili, ha spinto le comunità collocate fra i torrenti Torre e Malina ad individuare all’esterno del proprio territorio tale risorsa non solo per la realizzazione del canale principale della roggia ma anche per la creazione di un sistema di derivazioni superficiali capaci di fornire capillarmente l’acqua nelle borgate non attraversate direttamente dalla roggia stessa.

Questi canali minori, chiamati roielli e derivati prevalentemente dalla roggia Cividina, nati originariamente per soddisfare l’esigenza primaria di fornitura d’acqua ad uso domestico per persone ed animali, hanno perso la loro funzione sociale con l’arrivo dell’acquedotto e con la conseguente possibilità di avere l’acqua potabile nelle abitazioni.
Per un breve periodo i vecchi roielli hanno convissuto con le fontane pubbliche, poi inesorabilmente sono caduti in disuso diventando il ricettacolo delle acque di scarico urbano, ponendo le varie Amministrazioni
Pubbliche di fronte ad un nuovo e grave problema di ordine igienico, risolto con la loro ritombatura e definitiva scomparsa. Hanno mantenuto in parte la loro funzione solo quei roielli, sfruttati prevalentemente per usi agricoli, il cui percorso non attraversava centri abitati. Le modifiche morfologiche del terreno, l’azione dell’uomo e la sovrapposizione delle strutture fognarie ai  vecchi percorsi, rendono oggi difficile individuarne il tratto originale. Solo compiendo una “magnifica triangolazione” fra vecchie carte topografiche, archivi e memoria storica delle persone più anziane siamo in grado di rintracciarne in parte il percorso.

I roielli principali derivati dalla Cividina erano:
1. il roiello di Primulacco, derivato presso Savorgnano e che si disperdeva nei fossi vicino al Torre;
2. il roiello di Salt-Povoletto-Remanzacco, derivato presso i Casali Merlo. Dopo circa 300 metri questo roiello si divideva in due rami: uno verso Salt dove, dopo aver superato l’abitato, si disperdeva nel torrente Torre e l’altro verso Povoletto e Remanzacco. Superati gli abitati di Povoletto e Grions del Torre giungeva a nord di Remanzacco dove si divideva in due parti: il roiello del Borc di Là che terminava nella roggia Cividina ed il roiello del Borc di Sore che, dopo aver attraversato l’abitato di Cerneglons, si disperdeva per i fossi vicini al Torre;
3. il roiello di Siacco, derivato a Marsure di Sotto, che si scaricava nel torrente Malina;
4. il roiello di Selvis, derivato nei pressi dei Casali Battiferro, che rientrava poi nella Cividina;
5. il roiello detto di Cerneglons, derivato prima del mulino Propetto, che terminava la sua corsa, dopo aver bagnato i casali Case della Roggia, nei prati fra il Malina ed il Torre.