L’acqua della roggia Cividina, utilizzata fin dall’antichità per usi domestici, permise e favorì il sorgere di numerosi opifici, le cui macchine venivano mosse dall’energia idraulica. Fra tutti i laboratori artigianali, il ruolo più importante fu certamente quello dei mulini idraulici. Lo sviluppo della ruota idraulica ebbe un impulso decisivo subito dopo l’Anno Mille, e non è errato immaginare la roggia già costellata di mulini, particolarmente numerosi nelle vicinanze delle zone abitate, a partire dal secolo XIII.
La struttura dei mulini sorti lungo il corso della roggia Cividina presentava una tipologia costruttiva assai semplice e un’architettura spontanea. Gli impianti a ruota verticale erano solitamente a pianta rettangolare ad aula unica, articolati su due livelli e disposti longitudinalmente al corso d’acqua. Il vano seminterrato era destinato agli impianti tecnici mentre il piano terra era occupato dai locali destinati alla lavorazione di cereali. Un eventuale primo piano era assegnato al ricovero del mugnaio mentre in alcuni casi veniva sfruttato come granaio. Normalmente una porta e una finestra si affacciavano sulla ruota idraulica per permettere il controllo della sua funzionalità. Con l’aumentata produzione, i mulini erano spesso dotati di un piano superiore dedicato alle operazioni di setacciatura.
I mulini presenti sul territorio comunale di Remanzacco sono:
- Battiferro di Sopra – detto anche Battiferro della Marsura, antichissimo mulino a Nord dell’abitato di Remanzacco. L’edificio era un locale a pianta rettangolare che ospitava due magli con una grossa mola di arenaria, tre fucine in muratura e tre incudini. Per permettere i lavori di manutenzione, a monte dell’edificio, c’era una chiusa che deviava, all’occorrenza, l’acqua verso un canale a levante della roggia che, superata l’officina, rientrava nel canale principale più a valle. Nel tratto immediatamente a monte del battiferro, la roggia era stata leggermente allargata per formare un piccolo bacino di raccolta la cui funzione era quella di volano idraulico. La chiusura delle paratie provocava l’innalzamento del livello dell’acqua nella vasca assicurando, per un lasso di tempo maggiore, la portata necessaria al regolare funzionamento del maglio.
- Mulino di Sopra – detto anche della Marsura, isolato nelle campagne a nord-est del paese lungo la strada chiamata Mulino di Sopra che porta, attraverso il guado del torrente Malina, ai Casali Marsure, oggi chiamati Casali Magnis. Attualmente della struttura originale rimane visibile unicamente il salto sulla roggia, mentre le parti esterne ed interne sono andate distrutte, modificate e riutilizzate per altri usi. L’opificio chiuse ufficialmente l’attività nel 1938.
- Mulino di Strada – detto Mulino Cainero, Mulino di Remanzacco o Mulino di sotto, sorge lungo la S.S. 54. Fra tutti i mulini di Remanzacco è l’unico ad aver conservato le parti meccaniche per la macinazione. Si tratta di un edificio a pianta rettangolare con due stanze al piano terreno, una adibita alla macinazione del grano e del frumento e l’altra alla brillatura dell’orzo. L’attività del mulino, da prima del XVI secolo, cessò nel 1992.
- Mulino di Orzano – detto Casali Cainero, le cui prime notizie risalgono al 1501, si trova nelle campagne a sud-est di Remanzacco, nei casali Molino Cainero. Oggi i locali utilizzati per la macinazione sono diventati abitazioni private, tuttavia si possono ancora ammirare, oltre al salto ed un canale di alimentazione ad una ruota idraulica, i resti di una macina e di tre pile in pietra utilizzate per la brillatura dell’orzo.
- il Mulino Battiferro di Sotto sorge nelle vicinanze di Selvis in località Casali Battiferro. Ciò che contraddistingue questa struttura fabbrile dalle altre è che l’ultima famiglia dei suoi gestori ha saputo, al passo coi tempi in continuo mutamento, trasformare l’antica fucina in moderna industria. Nel 1970 il vecchio battiferro cessò l’attività, ma non venne abbandonato; infatti, nei suoi storici locali, oggi trova posto il “Museo Gino Tonutti”, che ospita oltre alle vecchie e funzionanti macchine utensili dell’attività fabbrile, numerosi esemplari di varie macchine agricole, a testimonianza di quella che fu la produzione del Battiferro Tonutti.
- Mulino di Cerneglons – detto Mulino Propetto o Mulino della Malina sorto poco prima della confluenza della roggia Cividina con il torrente Malina, lungo la strada che anticamente collegava Cerneglons ad Orzano. Oggi del vecchio mulino sono visibili solo alcune strutture esterne quali il salto d’acqua ed i perni sui quali poggiavano i fusi delle ruote idrauliche. Attorno al mulino nacque il borgo chiamato Casali Propetto, dal nome della famiglia che anticamente conduceva il mulino. Il vecchio mulino funzionò sino al 1937.
Per ulteriori approfondimenti si rimanda al volume “Storie di fuoco ed acqua – Il patrimonio nascosto della Roggia Cividina” di Oscar Marchese, Forum Editrice Universitaria Udinese, Udine 1999.