Sasso, il vagabondo (TORRE)

C’era una volta Sasso, era bianco, tondo e forte, amava fare il bagno e giocare a palla e ad acchiapparella con gli altri sassi, lassù, sulle sponde del Torre sui monti Musi.

Un giorno disse <<Amici, vi ho voluto bene, ma il mondo è grande e io voglio girarlo tutto!>>

Così, fece un piccolo fagotto e si mise in attesa. Pregò il cielo di mandare la pioggia, così che la sua discesa a valle fosse più semplice, ma non troppa, perché voleva godersi un po’ il paesaggio.

Il terzo giorno, quando ormai aveva perso le speranze, il cielo si annuvolò e iniziarono a rimbombare tuoni e a fulminare lampi. Sasso aveva un po’ paura ma era anche eccitato! Il greto iniziò a gonfiarsi e gonfiarsi finché Sasso fece un grande respiro e si inabissò iniziando il suo viaggio verso la pianura.

Nel giro di qualche ora aveva già percorso tanti chilometri e incontrato una quantità inimmaginabile di vecchie conoscenze: sassi grandi e piccoli, grigi, rossi, bianchi, striati, a forma di pera, di cilindro e di disco volante.

Ciao ragazzi, quanto tempo che non ci si vede! Come sta zia Mariuccia? E nonno Pino? Ma come lo ha rapito un cane! Dove vado? Io scendo a valle! Voglio vedere il mondo! Voglio sentire l’acqua salata del mare! Come dite? La strada è lunga? Beh ma io ho tempo, sono un giovincello!.

Incontrò anche un riccio che come lui amava viaggiare. Tra viandanti due parole si scambiano sempre, non solo per educazione, ma per il piacere di condividere le proprie esperienze e ascoltarne di nuove.

E così, giorno dopo giorno, il Sasso continuò a rotolare e rotolare finché il cielo non si fece nuovamente limpido e

l’acqua inizio pian piano a calare e infilarsi per decine di metri sotto di lui fino a raggiungere la falda in cui continuare a scorrere nascosta e al sicuro.

Così Sasso fece finalmente una pausa e si addormentò felice al sole.

Venne l’estate. L’acqua era da tempo che non riemergeva e Sasso temeva che non sarebbe più riuscito a raggiungere il mare. Era afflitto e sconsolato. Ranocchia e Ramarro gli avevano assicurato che l’acqua sarebbe tornata ma in quei giorni di canicola non succedeva mai niente.

Quando, improvvisamente, si ritrovò tra le mani di un bambino.

Si chiamava Leopoldo. Era vestito di una tunica rossa e imbracciava una piccola spada.

Sei bellissimo Sasso, ti porterò con me!>> e se lo infilò nella saccoccia che aveva a tracolla. Forse non avrebbe più raggiunto il mare, ma quello fu l’inizio di nuove mirabolanti avventure!

 

Autrice:

Elisa Timballo

Lettori:

Elisa Timballo, Giuseppe Parisi e per “La banda delle storie”: 

Angela Fadone,  Isabella Zuodar e Giacomo Verona. 
 
Musiche di: Francesco Imbriaco