Lino, il mugnaio generoso (MULINI)
C’era una volta Lino il mugnaio, era un uomo ossuto e gentile e tutti gli volevano bene.
Abitava dentro al suo mulino, affacciato sulla roggia Cividina che ne muoveva incessantemente le pale.
Da generazioni e generazioni la sua famiglia si occupava di questa arte: trasformare i cereali in farina!
I suoi nonni, unici parenti che aveva conosciuto, gli avevano lasciato in eredità non solo il mulino ma anche la nomea di essere avidi perché con la vendita della farina, preziosissima risorsa, si erano facilmente arricchiti a discapito dei contadini che facevano il vero lavoro di fatica nei campi.
Ma Lino non era certo prepotente e dacché era un ragazzetto cercò in tutti i modi di far cambiare idea su di lui lavorando tanto per far stare meglio tutti i compaesani.
Era instancabile: si svegliava ogni giorno prima dell’alba, prendeva i grandi sacchi di frumento, li versava nelle macine e azionava il meccanismo che, grazie alla forza dell’acqua, faceva girare delle grosse ruote di pietra una sull’altra: i chicchi si rompevano fino a polverizzarsi. Poi passava tutto il composto al setaccio dividendo la farina dalla crusca.
La farina la metteva in dei sacchetti più piccoli e la vendeva a un prezzo onesto. Anche dai paesi vicini venivano a rifornirsi da Lino il mugnaio perché non mancava mai di sorridere o scambiare due parole gentili.
Nonostante avesse tanta farina a disposizione per farsi il pane migliore, mangiava poco poco. Era piuttosto preoccupato che tutti intorno a lui avessero di che mangiare. Erano tempi duri a Remanzacco.
Appena aveva un attimo, confezionava tanti piccoli sacchetti di farina e la sera, quando freddo e nebbia si impossessavano delle campagne, li andava a consegnare a tutte quelle famiglie che non potevano permettersi di acquistarne nemmeno un po’, in particolare a Leopoldo, un bimbo a cui lui teneva tanto e che viveva solo con la sua mamma in una casetta umile fuori dal paese.
Lino lavorava sodo, gli unici momenti di pausa che si prendeva erano quelli in cui provava a pescare qualche carpa sulla roggia fuori casa, ma raramente ne acchiappava una.
Lino aveva un cuore grande. Ma a volte si sentiva un po’ stanco e anche un pochino solo.
Era la vigilia di Natale e in paese si percepiva un certo fermento.
Lino aveva preparato i suoi consueti pacchetti, questa volta un po’ più pesanti del solito, e stava per uscire a
consegnarli quando vide una folla avvicinarsi al suo mulino con fiaccole e candele intonando canti natalizi e preghiere.
<<Tieni Lino>> disse il piccolo Leopoldo, che era stato incaricato di porgere questo dono al mugnaio <<abbiamo un regalo per te!>>
Lino aprì il pacchetto e dentro vi trovò una morbida e calda sciarpa di seta.
<<Prima i bachi e poi le nostre filatrici migliori hanno lavorato per farti questo dono! Tutto il paese ti è riconoscente!>> Lino era commosso, guardò i suoi compaesani e non riuscì a far altro che dire <<GRAZIE!>>
Quello, per Lino, fu il Natale più bello.
Autrice:
Elisa Timballo
Lettori:
Elisa Timballo, Giuseppe Parisi e per “La banda delle storie”: