Cipresso, il vecchio saggio (CASALI BERGUM)

C’era una volta Cipresso, era alto e slanciato, sempre verde estate e inverno. Viveva da centinaia di anni a casa Bergum in mezzo alle campagne.

Nella sua lunga vita ne aveva viste di cose belle, come quella volta che Lino il mugnaio venne a portare dei sacchetti di farina in regalo per Natale, ma anche di meno belle, come quando la piena del Torre aveva travolto tanti suoi fratelli e sorelle alberi.

Alto com’era, Cipresso aveva la fortuna e la sfortuna al contempo di vedere tutto quello che succedeva attorno alla casa: giochi, lotte, amori, disgrazie, conquiste. Era per sua natura un osservatore attento e un testimone silenzioso, e negli anni aveva maturato un certo buon senso tanto che era diventato un punto di riferimento per tutti. Con la sua chioma verde scuro sembrava sempre giovane, ma la sua pelle rugosa ne definiva la saggezza.

Chi aveva bisogno di un consiglio era da lui che andava a confidarsi:

<<Oh Cipresso, ho litigato con tutto il vicinato e ora non so come fare!>>

<<Chiedere scusa non è mai un segno di debolezza, la pace comincia con un sorriso!>> disse a Tasso, il brontolone.

<<Come posso fare a far innamorare di me una così…diversa da me? Non mi guarda nemmeno!>>

<<Peggio di un amore non corrisposto c’è il non amare…tu continua a dimostrarle che le vuoi bene senza però

pretendere nulla da lei, ok?>> rispose a Ramarro, innamorato di Carpa.

 

<<Non so che fare da grande, Cipresso, sono confuso!>>

<<L’unico limite sono le tue paure…segui i tuoi sogni!>> replicò a Bac, il baco da seta.

<<La mamma non crede alle avventure che gli racconto!>>

<<La fiducia si guadagna goccia a goccia, non temere, sii onesto!>> sussurrò a Leopoldo, il bambino coraggioso. Le sue consulenze erano gratis, certo, ma a lui costavano in termini di energie e vitalità.

<<Basta, ho bisogno di una vacanza!>>

Ma proprio mentre lo diceva provò a staccare un piede da terra e scoprì, dopo centinaia di anni che viveva lì, che da lì non poteva muoversi!

<<Oh perdincibaccolina! Le mie radici si son fatte troppo profonde! Sono costretto a rimanere qui per sempre!>> Non sapeva se piangere per la notizia appena appresa o se ridere per non essersene reso conto prima.

In quella si alzò un vento forte, chiamato Bora, che soffiava da nord est e portava buona musica direttamente da Cividale.

Cipresso ascoltò il vento cantare e sognò la sua vacanza in riva al mare, con i granchi che gli facevano il solletico, poi si vide in cima ad una altissima montagna sommerso di neve candida e infine a passeggio per una grande città piena di gente chiassosa e felice.

Cipresso riaprì gli occhi, fece un grande sospiro e si disse:

<<Non potrò muovermi da qui, ma con la mia fantasia posso viaggiare in tutto il mondo ogni volta che voglio e lasciar andare gli altri pensieri!>>

E fu proprio quello che fece tutte le volte che sentì il bisogno di una pausa, mentre la vita attorno a lui continuava a scorrere.

 

Autrice:

Elisa Timballo

Lettori:

Elisa Timballo, Giuseppe Parisi e per “La banda delle storie”: 

Angela Fadone,  Isabella Zuodar e Giacomo Verona. 
 
Musiche di: Francesco Imbriaco