Ciccio il Riccio l’avventuriero (BRESSANA)

C’era una volta Ciccio il Riccio, era un tipetto curioso e vivace che amava osservare e scoprire cose nuove. Doveva conoscere il perché delle cose, non si accontentava di vederle, lui voleva viverle, capirle.

Alla scuola dei ricci era sempre stata premiata questa sua smania di sapere, tanto che si era diplomato col massimo dei voti!

Da piccolo diceva a tutti che una volta cresciuto avrebbe esplorato il mondo e fu quello che avvenne.

Tra i suoi aculei c’era tutto quello che gli serviva: un binocolo (per vedere meglio lontano), una lente d’ingrandimento (per osservare meglio vicino), un cesto (per raccogliere eventuali tesori) e infine un quadernetto dove scrivere tutto quello che di importante gli succedeva. Il cibo se lo procurava lungo il cammino: insetti, frutta, qualche lumachina.

La compagnia non gli mancava perché era socievole e faceva volentieri quattro chiacchiere se incontrava qualcuno. Di cose particolari ne aveva viste tante, come una rana che non amava tuffarsi in acqua o un sassolino bianco che sperava tanto di arrivare al mare.

Ognuno, con le sue storie, arricchiva la sua vita e lui si sentiva felice e realizzato.

Un giorno raggiunse un posto davvero strano: le piante di carpino erano cresciute tutte intrecciate come a formare delle pareti e delle gallerie che tutte insieme sembravano una casa, con le finestre, ma tutta verde.

<<Questa si che è una scoperta eccezionale!>>

Ciccio passeggiava stupefatto sotto gli archi di questa enorme cattedrale naturale, quando ad un tratto sentì uno strano lamento, tirò fuori il suo binocolo per guardare in alto e quel che vide lo lasciò di stucco.

Un piccolo passero era rimasto impigliato in una rete.

Cosa ci facesse lì quella rete era un mistero ancora da risolvere, ma Ciccio il Riccio ragionò che prima di ogni altra cosa

quell’uccellino andava salvato, e in fretta!

Prese il suo quadernetto e scorse rapidamente i suoi appunti per farsi venire un’idea.

<<Ranocchia! Ma certo! Coi suoi salti incredibili raggiungerà quel poveretto e lo aiuterà!>>

E successe proprio così. Attraverso un celere passaparola da Riccio a Tasso, da Tasso a Ramarro, da Ramarro a Carpa, la voce giunse infine a Ranocchia che in poche centinaia di salti scattanti si presentò da Ciccio, che intanto aveva ponderato un piano infallibile, e lo aiutò nell’impresa.

Il passero era libero, ma a forza di dimenarsi si era rotto un’ala.

Ciccio gliela fasciò con cura usando un filo d’erba e un ramoscello rincuorandolo: <<Qualche giorno di riposo e potrai tornare a volare!>>, intanto quello non la smetteva di ringraziare lui e Ranocchia.

Ciccio il Riccio decise di prolungare la sua permanenza in quel posto maestoso e inspiegabile…c’erano ancora dei

misteri da risolvere!

 

Autrice:

Elisa Timballo

Lettori:

Elisa Timballo, Giuseppe Parisi e per “La banda delle storie”: 

Angela Fadone,  Isabella Zuodar e Giacomo Verona. 
 
Musiche di: Francesco Imbriaco