Tasso, il brontolone (BOSCO)

C’era una volta Tasso, era un tipo scontroso e non aveva neanche un amico.

Non è che gli altri non lo accettavano o cose simili…è che lui non si faceva nemmeno conoscere!

Era nato nel cuore del bosco ma non aveva mai conosciuto la sua mamma e il suo papà. Da lì non si era mai spostato granché perché i grandi spazi dei prati gli facevano un po’ timore. Da piccolo era un tasso timidino che non amava conversare con i suoi vicini di tana né tantomeno accettare inviti a pranzi e cene che scoiattoli e ricci organizzavano settimanalmente. Così, a forza di ricevere rifiuti, nessuno lo aveva invitato più da nessuna parte e lui aveva pian piano dimenticato le buone maniere.

Tasso cresceva e con lui la certezza che il motto “Meglio soli che male accompagnati!” fosse l’unico credo da seguire.

Il bosco brulicava di vita e lui detestava tutta quella allegria tanto che decise che avrebbe iniziato a dormire tutto il giorno per non incontrare più nessuno!

La notte si svegliava e usciva a caccia, stando attento a non incrociare un capriolo o un cinghiale. Faceva la sua scorpacciata di insetti e frutta, ogni tanto se proprio era fortunato si mangiava anche un topolino, e poi rientrava nella sua tana zitto zitto dove il suo passatempo preferito era scrivere cartelli di avvertimento:

“SONO TASSO E NON VOGLIO CHE TI AVVICINI!”

“ATTENZIONE! SE DISTURBI TASSO TI BECCHI IN TESTA UN SASSO!” “SILENZIO TASSATIVO! QUI SI DORME DI GIORNO.”

Erano solo alcuni dei cartelli che aveva affisso nei dintorni della sua tana.

Poi avvenne che Tasso si ammalò. Tutto iniziò con una brutta tosse, poi gli si alzò la febbre e infine si sentì così debole che non riuscì nemmeno ad uscire dalla tana per cacciare. Steso nel letto, tutto solo nel suo silenzio, iniziò a sentire una specie di formicolio negli occhi.

Senza sapere cosa fossero, delle lacrime iniziarono ad uscire per la prima volta dai suoi occhi neri. Le lacrime uscendo fecero una specie di magia e sciolsero quel nodo che Tasso aveva nel cuore fin da che aveva memoria.

Dopo alcuni giorni, Ciccio il Riccio bussò alla porta della tana con una cestina piena di insetti succulenti.

<<Li ho cacciati per te, Tasso, non ti vedevo più uscire la notte, temevo fossi morto.>>

Tasso, che non era stato capace di avere mai un amico sentì che quel gesto di gentilezza era qualcosa di bello. Inaspettatamente sorrise a Ciccio e insieme divorarono tutte quelle prelibatezze.

Forse nella sua vita qualcosa era cambiato.

 

Autrice:

Elisa Timballo

Lettori:

Elisa Timballo, Giuseppe Parisi e per “La banda delle storie”: 

Angela Fadone,  Isabella Zuodar e Giacomo Verona. 
 
Musiche di: Francesco Imbriaco