La parola anfibio deriva dal greco ἀμφί e βίος e significa “doppia vita”, proprio a sottolineare la peculiarità di questi vertebrati di condurre la propria vita sia in ambiente acquatico che terrestre. L’acqua è un elemento fondamentale per la maggior parte di queste specie, poiché lì avviene lo sviluppo di uova e larve e solo dopo la metamorfosi, l’adulto dotato di polmoni può svincolarsi dall’ambiente acquatico. Esistono al mondo tre differenti gruppi di anfibi: gli Anuri che si distinguono per non avere la coda (rospi, rane e raganelle), gli Urodeli dotati di coda (tritoni e salamandre) e gli Apodi privi di arti e presenti solo nei tropici (cecilie).
A partire dal 2012 sono state condotte una serie di indagini nel Parco del Torre e del Malina volte ad individuare le specie di anfibi presenti, la loro distribuzione e i siti di riproduzione.
In quest’area protetta vivono 5 specie di anuri: il rospo comune, Bufo bufo, il rospo smeraldino, Bufotes viridis, la raganella padana, Hyla perrini, la rana agile, Rana dalmatina, la rana di Lataste, Rana latastei e la rana verde dei fossi, Pelophylax synkl. esculentus. Il rospo comune è una specie ampiamente diffusa e in pianura vive nelle aree agricole con una buona diversità ambientale caratterizzate da siepi, boschetti, aree incolte, fasce arboree e arbustate riparie. La riproduzione avviene in tratti stagnanti di fossati e pozze marginali ai corsi d’acqua, caratterizzati da acque ferme relativamente estese e profonde, ben ombreggiate e con abbondante vegetazione spondale. Il rospo smeraldino, invece, predilige ambienti aperti, colonizzando sia aree rurali che urbanizzate. È molto tollerante nei confronti dell’aridità e riesce a vivere su substrati sabbiosi, argillosi e ghiaiosi, occupando greti fluviali e latifondi coltivati. Per riprodursi utilizza acque dolci stagnanti anche di carattere temporaneo, prive di vegetazione e poco profonde (scoline, fossati, pozze marginali degli alvei, pozzanghere e stagni artificiali). La raganella padana è una specie di abitudini prevalentemente arboricole che predilige vivere in ambienti aperti, ben soleggiati e con vegetazione arborea e arbustiva. In pianura è facile trovarla in boschi ripari e fasce arbustate lungo fiumi, torrenti, canali e fossati e si riproduce in acque stagnanti, anche temporanee, a debole corrente, limpide, moderatamente profonde e con abbondante vegetazione acquatica. La rana verde dei fossi vive in un’ampia varietà di raccolte d’acqua dolce anche di origine antropica, preferendo bacini stagnanti relativamente estesi e assolati. La rana agile è una specie di ecotono forestale, che predilige macchie arbustate luminose. Può colonizzare anche ambienti aperti purché siano ricchi di raccolte idriche e di una copertura arboreo-arbustiva anche minima. In pianura occupa prevalentemente, le aree riparie e golenali, le aree agricole tradizionali e i boschi planiziali relitti. Come siti riproduttivi utilizza pozze d’acqua dolce stagnante di modesta profondità, anche artificiali, ricche di vegetazione palustre e riparia. La rana di Lataste è una specie tipica dei boschi umidi planiziali e collinari. È possibile trovarla in lembi relitti di querco-carpineti, boschi ripariali (saliceti e pioppeti golenali), piccole formazioni boschive nella fascia delle risorgive ed anche in ambienti aperti quali torbiere, aree palustri ed aree agricole tradizionali. Le ovature vengono deposte in lanche fluviali, stagni, maceri, risorgive e fossati, ma anche in raccolte d’acqua temporanee (pozzanghere) di prati allagati, purchè presentino abbondante vegetazione acquatica o materiale deposto sul fondo, come foglie e rami. Tra gli anuri segnalati nell’area troviamo anche l’ululone dal ventre giallo, Bombina variegata, che, sebbene non sia stato rinvenuto nel corso delle indagini, viene segnalato come presente nelle aree limitrofe al Comune di Remanzacco ed in particolare lungo i tratti del T. Cormor e T. Torre (presenza rara e sporadica) ricadenti nel Comune di Udine.
Tra gli urodeli troviamo il tritone crestato, Triturus carnifex, e il tritone punteggiato, Lissotriton vulgaris ssp. meridionalis: il primo si può rinvenire sia in aree planiziali relativamente aperte (margini di coltivi, incolti, prati, pascoli e radure) sia in aree boscate, mentre il secondo è più legato ad ambienti con una sufficiente copertura arboreo-arbustiva. Entrambi durante la fase acquatica necessitano di acque ferme, prive o scarsamente popolate di pesci e ricche di vegetazione acquatica dove poter ancorare le loro uova.
È importante precisare che tutti gli anfibi considerati sono sottoposti a vari livelli di tutela in base alla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, alla Convenzione di Berna e alla L.R. 10/2003.